Mostra di Flavio Ferdinando Foderini: Terra terrarum
Arte Ceramica devozionale tra Val d’Orcia e Val di Chiana
“La terra di tutte le terre” o “la madre di tutte le terre” è un’espressione che potrebbe aprire riflessioni profonde. Siamo “Adamo” e siamo creature di una terra tra le terre fragili ma consapevoli. È un invito all’umiltà (da Humus, terra) e al rispetto della nostra condizione terrestre; siamo piccoli e vasti, radicati e viandanti , figli di una zolla , eredi di un mondo . Un richiamo a ricordare chi siamo da dove veniamo e verso dove andremo. Nella filosofia antica, soprattutto nei presocratici , si cercava l’”archè”: per alcuni era l’acqua, per altri il fuoco ma la terra è sempre rimasta simbolo di stabilità fertilità eternità. “Terra Terrarum” allora è la sostanza prima e ultima, ciò da cui tutto nasce e a cui tutto ritorna.
“ Allora il signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Genesi 2, 7)



Bio
Mi chiamo Flavio Ferdinando Foderini e sono un Maestro ceramista; mio padre Fernando, insieme a Don Manfredo Coltellini, fondò a Chiusi nel 1958 la Bottega d’Arte Kamars. Sono cresciuto in questo luogo e quello che da bambino vedevo come spazio di divertimento, è divenuto il mio lavoro che onoro con impegno, passione e amore. Fin dai primi anni ho avuto una predilezione per l‘arte, concentrandomi soprattutto sulle ceramiche antiche e sulle differenti tecniche che si sono evolute nei millenni. L’interesse per le targhe devozionali è nato osservando tabernacoli ed edicole sacre che spesso venivano costruiti a ridosso delle abitazioni dei nostri centri storici ma anche in aperta campagna per omaggiare la Vergine e altri Santi venerati in un particolare luogo. Ancor’oggi in Val d’ Orcia e in Valdichiana si possono ammirare numerose targhe che raccontano interessanti storie di questi luoghi; molte di queste sono anneggiate dal tempo e dall’uomo che, preso dalla voglia di possesso, le ha rubate per collezionismo. Nel senese la produzione delle targhe raggiunge il suo apice intorno al 1700. Ogni Borgo aveva i propri ceramisti che,grazie alle numerose botteghe artigiane, realizzavano modelli standard o personalizzati su richiesta del committente. La mia ricerca è giornaliera e grazie all’osservazione, allo studio e al restauro di molti esemplari, ho imparato a conoscere in maniera approfondita lo stile e la tecnica di realizzazione. Espongo oggi una piccola parte di esse a cui sono personalmente legato.